Nella scuola dell’infanzia esiste una diatriba fra i sostenitori e gli oppositori del pregrafismo.
Imparare a scrivere è un’attività complessa, per la quale il bambino deve sviluppare delle abilità sia cognitive che manuali. Come la capacità di coordinare il movimento degli occhi e delle mani, di impugnare in modo corretto la penna o la matita, di imparare a rispettare i margini del foglio di carta. In altre parole il bambino compie gesti che prima di allora non aveva sperimentato.
Si tratta di esercizi di diversa natura che mirano ad affinare nel bambino una capacità oculo-manuale come base per lo sviluppo della scrittura.
Esistono due filoni di pensiero:
Sostenitori della scrittura spontanea ed immediata. Contrari al pregrafismo inteso come esercizi di completamento che vanno a limitare la creatività e la fantasia del bambino. Tuttavia favorevoli ad attività che sviluppano la cosiddetta manualità fine.
Ecco un esempio di attività di pregrafismo:
Di questo gruppo fanno parte tutti quegli insegnanti o educatori che ritengono sia giusto preparare i bambini alla vita dei banchi di scuola, proponendo schede da compilare, come:
In realtà sin dai primi mesi di vita nel bambino è visibile un’abilità di pregrafismo innata, come lo scarabocchio: rappresentazione mentale ed emotiva del bambino. Per tale motivo il pregrafismo risulta essere nient’altro che la traccia della sua esistenza nell’ambiente circostante.
Lo scarabocchio immediato e spontaneo rappresenta per il bambino un mezzo con il quale manifesta le sue emozioni di gioia, aggressività e paura.
Ecco che saranno evidenti segni di maggiore intensità quando si sentirà aggressivo, curve che si espandono e si modellano in modo dolce e armonioso quando sarà felice e piccoli segni quando avrà paura.
Il pregrafismo è un’abilità che il bambino manifesta fin dai primi mesi di vita e non richiede competenze, in quanto spontanea. Mentre la scrittura prevede buone capacità di coordinazione visiva e motoria e di un’organizzazione spaziale che il bambino raggiunge verso i 5-6 anni di vita. Se questo è vero la ragione forse sta nel mezzo. Incanalare i bambini della scuola dell’infanzia in percorsi propedeutici alla scrittura risulta essere un’attività utile se vissuta in modo ludico e sereno, ma senza esagerare. 🙂
Non pretendete che i vostri bambini siano piccoli geni e soprattutto non paragonateli ad altri coetanei. Ognuno di noi è unico e se un bambino è più aperto a certe esperienze ce n’è un altro che ha bisogno di tempo.
Rousseau diceva: “Bisogna perdere tempo per guadagnarne”.
Quello che a volte ci pare come tempo perso è in realtà il modo migliore per favorire i processi di apprendimento e di crescita del bambino.
Cosa fare? Rispettate i suoi tempi senza sforzarlo ed utilizzate le schede di prescrittura con molta moderazione, presentandole sempre come gioco.
Che siate favorevoli o contrari al pregrafismo, allenare la motricità fine della mano non può che far bene. Provate con i vostri bambini le attività del racconto “Luna incontra Mauritius!” della serie ambientata nello spazio, per allenare attenzione visiva e motricità fine. Per scrivere correttamente i numeri, immergetevi nelle avventure di “Leo e Terry i ballerini”nell’oceano più profondo.
Luna incontra Mauritius
Leo e Terry i ballerini